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ROMANCINISMO

by Flavio Pirini

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1.
ti telefono 04:53
lei s’innamorò da subito e non sapeva neanche dir perché poi lo detestò da subito e già lo amava un po’ di più certo forse eran le sue mani certo forse era il suo modo di parlare certo forse era la sua bocca lei non poteva non poteva capire ma alzarsi in volo è facile come cadere e lei era fin troppo abituata da / sempre ma forse questa volta ma chissà… così si ritrovò, incredula a scriver lettere d’amore dopo gli parlò, però al telefono infine un giorno lo baciò indossò un vestito colorato leggero che scoprisse anche le spalle solo un po’ stupita di com’era stato semplice si specchiò a lungo nel profondo del caffè ma alzarsi in volo è facile pensò tra sè e lei era fin troppo abituata da / sempre ma forse questa volta ma chissà… passarono due intere settimane poca luce schiuse le persiane solo un po’ il tempo della sigaretta accesa e lei non era, già non era più lì ma alzarsi in volo è facile come cadere e lei era fin troppo abituata da / sempre ma forse questa volta ma chissà…
2.
3.
resta 05:58
resta qui dormi sei una bambina che dorme ti cullerò, ancora stanne certa resta qui sei una donna che dorme ti amerò ancora stanne certa ti amerò ancora accarezzerò la pelle con la mano più dolce che io possa avere ancora prenderò i tuoi fianchi, con le braccia più forti che io possa avere resta qui dormi ma ti sveglierò per amarti, e farti godere resta qui sono tutte le parole resta qui ti farò scivolare resta qui e suonerò per te musica che ti ha pensato quando non eri ancora mia non eri mia e ti sognavo, con me ora solo ti prego resta qui
4.
5.
telegramma 07:04
Amore malato, sguaiato, distrutto, affamato, finito sfinito, svanito, sopito, macchiato, smerdato, fallito, colpito, lacerato, stracciato ferito al costato, detto, pensato, illuso e lasciato, guardato, già visto, picchiato e caduto, risolto, copiato, svilito, asciugato, sbranato, sputato, creduto e smentito, riflesso, concesso e poi negato, passato, fottuto e disgraziato, risucchiato in un gorgo infangato e sordo, divelto, sbiadito e poi abbandonato, di nuovo scordato poi Illeso, acceso, scuoiato, stracciato e paradiso, ritorno aperto e citato, ritorto, contorto, stravolto e poi morto e allora basta! allora basta! per poi ricordare… lo specchio, le brame, la fame, la cena, la sera, il salto nel vuoto, la macchina rotta, la pelle che scotta, il cielo, lo stelo, la forza che manca, i fiori, il vestito, il crollo del mito, la corsa paura, gli occhi, le foto, le poche serene, le fughe insieme, immancabile il bene, la lingua nel fuoco e scusa se è poco, il distacco forzato, la pioggia più fitta, chitarra distrutta e poi l’aggrapparsi ed il perdonarsi e l’etica stanca di tanto dolore, e senza parole di fronte all’ardore e senza metafore finita! pazienza, stanchezza infinita che provi di me stanchezza infinita che tu provi di me E allora basta! allora basta! per poi ricordare… parole, cazzotti e vetri rotti, la notte, lo sguardo, le travi del tetto, il gioco del buio, il foulard sulla luce, sentire di nuovo quella tua voce, lavanda sei stanca, le lacrime, il sale, ritorna farfalla, la tiepida spalla, tutte le cose, le rose, le muse, coltello piantato dove fa più male E allora basta! allora basta! ritorno maldestro al contesto di sempre - stop riportami dove io possa morire - stop con il viso appoggiato al ventre di dio.
6.
Non allontanarti, stai qui parliamo un po’ con le labbra vicine piano canterò una piccola melodia ti stringerò con la scusa di ballar questo valtzer di baci con te Muoviti appena, resta qui ti sfiorerò con le labbra vicine inventerò una piccola poesia che racconterà la promessa che ancora sarà questo valtzer di baci con te
7.
controfigura 03:40
8.
Taglierò per prime le tue mani così abili e dolci nel trovare che son state le prime a decidere e a toccare seppellendole all’ombra del castagno taglierò poi i piedi che t’han riportato a me che hanno calpestato il suolo dell’anima staccando anche le dita inannellate seppellendole all’ombra dell’abete taglierò la gola affondando perpendicolare madre delle parole crudeli stando attento a preservare il tuo bel collo seppellendolo all’ombra dei ciliegi taglierò le cime dei tuoi seni sirene di un ulisse dannato che inturgidirono al passar di un’altro amore seppellendole all’ombra di betulla taglierò il tuo ventre maledetto attraverso il punto che ti unisce a Dio che ha vibrato per un altro respiro seppellendolo all’ombra del nocciolo taglierò poi i capelli mossi d’altro vento la schiena inarcata d’altro falco le palpebre chiuse nello spasmo le narici allargate dall’intensità taglierò le orecchie morsicate le labbra pioniere e il tuo sedere taglierò la lingua del tuo piacere seppellendola all’ombra del dolore poi spaccherò il cuore col coltello dell’odio che ha pulsato a nutrire un corpo anelante berrò il sangue dell’amore mio tradito seppellendolo all’ombra del crollo del mito poi ti restituirò il coltello perché tu possa tagliare l’ultimo filo che ti lega a me l’ultimo sguardo verso il limite seppellendolo all’ombra del ricordo
9.
parlo con me 05:05
10.
non ti cago 03:20
11.
sto seduto qui in attesa di un perchè la luce accesa ancora un po' ma vivo senza far rumore sto seduto e aspetto guardo i fiori appassire vorrei darti la colpa della mia inattività risento i tuoi discorsi come spari nelle orecchio eppure una volta ancora tu sveli la mia età ma paura ti giuro non ne ho più sulla mia pelle ma fallire così a questo punto no sulla mia pelle favole per me assurdità sulla mia pelle serena qui sull'orlo dell'identità
12.
Piove sempre sul bagnato e ormai diamo per scontato che non cambi questo stato di cose Piove sempre sul bagnato e oramai è risaputo è evidente ha già piovuto sulla mia età Si tira avanti ma con difficoltà mi frugo nella tasca è sempre più vuota Ma non demordo resto dritto anche se piove fitto fitto mi si è rotto anche l’ombrello che eri tu Piove sempre sul bagnato non me ne sono ancora andato da questo martoriato paese si lo so non ho chiamato certo non m’hai più sentito non che tu m’abbia cercato mai più Non è che poi stia male a parte l’ulcera duodenale che mi prende quando leggo il giornale Sei mesi che non lavoro un anno che non mi innamoro una vita che aspetto un po’ di decoro Ma ormai sono abituato il temporale è già passato si riflette sul selciato la mia vita
13.
coda 02:37

about

ROMANCINISMO
musiche e testi di Flavio Pirini
Flavio Pirini – voce e chitarre
Mell Morcone – piano, rhodes
Enrico Lombardi – basso, fretless
Mattia Stancioiu – batteria
Nicoletta Bernardi – voce (6) e cori
Max Romano – chitarra (5)
registrato e mixato da Gianmaria Serranò – al Taxi Studio – Milano – Italy
mastering di Claudio Giussani al Nautilus Mastering – Milano – Italy
Caravanserraglio2005

credits

released May 1, 2005

license

all rights reserved

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about

Flavio Pirini Milano, Italy

Cantautore, attore. Scrive canzoni serie anche allegre e canzoni comiche anche amare.

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