1. |
ti telefono
04:53
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lei s’innamorò da subito
e non sapeva neanche dir perché
poi lo detestò da subito
e già lo amava un po’ di più
certo forse eran le sue mani
certo forse era il suo modo di parlare
certo forse era la sua bocca
lei non poteva non poteva capire
ma alzarsi in volo è facile come cadere
e lei era fin troppo abituata da / sempre
ma forse questa volta ma chissà…
così si ritrovò, incredula
a scriver lettere d’amore
dopo gli parlò, però al telefono
infine un giorno lo baciò
indossò un vestito colorato
leggero che scoprisse anche le spalle solo un po’
stupita di com’era stato semplice
si specchiò a lungo nel profondo del caffè
ma alzarsi in volo è facile pensò tra sè
e lei era fin troppo abituata da / sempre
ma forse questa volta ma chissà…
passarono due intere settimane
poca luce schiuse le persiane solo un po’
il tempo della sigaretta accesa
e lei non era, già non era più lì
ma alzarsi in volo è facile come cadere
e lei era fin troppo abituata da / sempre
ma forse questa volta ma chissà…
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2. |
te vist cus'è?!
03:00
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3. |
resta
05:58
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resta qui
dormi sei una bambina che dorme
ti cullerò, ancora stanne certa
resta qui
sei una donna che dorme
ti amerò
ancora stanne certa
ti amerò
ancora accarezzerò
la pelle con la mano
più dolce che io possa avere
ancora prenderò i tuoi fianchi, con le
braccia più forti che io possa avere
resta qui
dormi ma ti sveglierò
per amarti, e farti godere
resta qui
sono tutte le parole
resta qui
ti farò scivolare
resta qui
e suonerò per te
musica che ti ha pensato
quando non eri ancora mia
non eri mia e ti sognavo, con me
ora solo ti prego resta qui
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4. |
lasciami dormire
04:52
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5. |
telegramma
07:04
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Amore malato, sguaiato, distrutto,
affamato, finito sfinito, svanito,
sopito, macchiato, smerdato, fallito,
colpito, lacerato, stracciato ferito al
costato, detto, pensato, illuso
e lasciato, guardato, già visto, picchiato
e caduto, risolto, copiato, svilito,
asciugato, sbranato, sputato, creduto e
smentito, riflesso, concesso e poi
negato, passato, fottuto e disgraziato,
risucchiato in un gorgo infangato
e sordo, divelto, sbiadito e poi
abbandonato, di nuovo scordato poi
Illeso, acceso, scuoiato, stracciato e
paradiso, ritorno aperto e citato,
ritorto, contorto, stravolto e poi morto
e allora basta! allora basta!
per poi ricordare…
lo specchio, le brame, la fame, la cena,
la sera, il salto nel vuoto, la macchina rotta,
la pelle che scotta, il cielo,
lo stelo, la forza che manca, i fiori,
il vestito, il crollo del mito, la corsa paura,
gli occhi, le foto, le poche serene,
le fughe insieme, immancabile il bene,
la lingua nel fuoco e scusa se è poco,
il distacco forzato, la pioggia più fitta,
chitarra distrutta e poi
l’aggrapparsi ed il perdonarsi
e l’etica stanca di tanto dolore,
e senza parole di fronte all’ardore
e senza metafore finita! pazienza,
stanchezza infinita che provi di me
stanchezza infinita che tu provi di me
E allora basta! allora basta!
per poi ricordare…
parole, cazzotti e vetri rotti,
la notte, lo sguardo, le travi del tetto,
il gioco del buio, il foulard sulla luce,
sentire di nuovo quella tua voce,
lavanda sei stanca, le lacrime, il sale,
ritorna farfalla, la tiepida spalla,
tutte le cose, le rose, le muse,
coltello piantato dove fa più male
E allora basta! allora basta!
ritorno maldestro al contesto di sempre - stop
riportami dove io possa morire - stop
con il viso appoggiato al ventre di dio.
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6. |
a fior di labbra
06:22
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Non allontanarti, stai qui
parliamo un po’
con le labbra vicine
piano canterò
una piccola melodia
ti stringerò
con la scusa di ballar
questo valtzer di baci
con te
Muoviti appena, resta qui
ti sfiorerò
con le labbra vicine
inventerò
una piccola poesia
che racconterà
la promessa che ancora
sarà
questo valtzer di baci
con te
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7. |
controfigura
03:40
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8. |
omaggio al teatro
04:39
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Taglierò per prime le tue mani
così abili e dolci nel trovare
che son state le prime a decidere e a toccare
seppellendole all’ombra del castagno
taglierò poi i piedi che t’han riportato a me
che hanno calpestato il suolo dell’anima
staccando anche le dita inannellate
seppellendole all’ombra dell’abete
taglierò la gola affondando perpendicolare
madre delle parole crudeli
stando attento a preservare il tuo bel collo
seppellendolo all’ombra dei ciliegi
taglierò le cime dei tuoi seni
sirene di un ulisse dannato
che inturgidirono al passar di un’altro amore
seppellendole all’ombra di betulla
taglierò il tuo ventre maledetto
attraverso il punto che ti unisce a Dio
che ha vibrato per un altro respiro
seppellendolo all’ombra del nocciolo
taglierò poi i capelli mossi d’altro vento
la schiena inarcata d’altro falco
le palpebre chiuse nello spasmo
le narici allargate dall’intensità
taglierò le orecchie morsicate
le labbra pioniere e il tuo sedere
taglierò la lingua del tuo piacere
seppellendola all’ombra del dolore
poi spaccherò il cuore col coltello dell’odio
che ha pulsato a nutrire un corpo anelante
berrò il sangue dell’amore mio tradito
seppellendolo all’ombra del crollo del mito
poi ti restituirò il coltello
perché tu possa tagliare l’ultimo filo che ti lega a me
l’ultimo sguardo verso il limite
seppellendolo all’ombra del ricordo
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9. |
parlo con me
05:05
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10. |
non ti cago
03:20
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11. |
sulla mia pelle
05:02
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sto seduto qui
in attesa di un perchè
la luce accesa ancora un po'
ma vivo senza far rumore
sto seduto e aspetto
guardo i fiori appassire
vorrei darti la colpa della mia inattività
risento i tuoi discorsi come spari nelle orecchio
eppure una volta ancora
tu sveli la mia età
ma paura
ti giuro non ne ho più
sulla mia pelle
ma fallire così
a questo punto no
sulla mia pelle
favole per me
assurdità
sulla mia pelle
serena
qui sull'orlo dell'identità
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12. |
piove sempre sul bagnato
03:39
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Piove sempre sul bagnato
e ormai diamo per scontato
che non cambi questo stato
di cose
Piove sempre sul bagnato
e oramai è risaputo
è evidente ha già piovuto
sulla mia età
Si tira avanti ma
con difficoltà
mi frugo nella tasca è sempre
più vuota
Ma non demordo resto dritto
anche se piove fitto fitto
mi si è rotto anche l’ombrello
che eri tu
Piove sempre sul bagnato
non me ne sono ancora andato
da questo martoriato
paese
si lo so non ho chiamato
certo non m’hai più sentito
non che tu m’abbia cercato
mai più
Non è che poi stia male
a parte l’ulcera duodenale
che mi prende quando leggo
il giornale
Sei mesi che non lavoro
un anno che non mi innamoro
una vita che aspetto un po’
di decoro
Ma ormai sono abituato
il temporale è già passato
si riflette sul selciato
la mia vita
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13. |
coda
02:37
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Flavio Pirini Milano, Italy
Cantautore, attore. Scrive canzoni serie anche allegre e canzoni comiche anche amare.
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