1. |
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A me non mi interessa poi del testo a me interessa fare bordello
Che ci avrei anche delle cose da dire è che non ci stanno in un ritornello
Perché a parlare si rischia di sbagliare e allora meglio fare solo, fare solo fare, fare solo fare
Aaaaaaaaaaah
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2. |
la mia famiglia
03:07
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La mia famiglia - Flavio Pirini
la mia famiglia
sono nell'ordine
te li scandisco cosi che tu possa ricordare
prendere nota
visto che oggi pare
vada dichiarato se sei parte dello stato
ed ecco allora l'inventario del mio bagaglio
in ogni dettaglio da passare al vaglio
che decida dunque questa santa commissione
se siam figli di dio o della perdizione
il mio adorato padre
la mia adorata madre
due veri fratelli e una cerchia di fratelli veri
un po’ di zii, e poi cugini
due clandestini ed una selva di altri bambini
i miei amici tunisini che si venderebbero i calzini per darmi da mangiare
se ti pare tanto per incominciare
sono la mia famiglia
la mia famiglia non è chi decidi tu
poi c'è Mario che sembrava il più sfortunato
figlio della fretta di uno che se ne era andato
la madre lavorava con due amiche che facevano le suore con i figli dei dottori
così nacque che ci aveva tre sorelle, ma tre madri così belle da non credere
e stavan così bene e gli davan tanto amore che anch'io avrei voluto esser figlio di una suora e di un dottore
la mia famiglia ci ha tre nonni e sei cognati
gli amanti di Sabina invece non li ho mai contati
Arturo col suo cane che esce tutte le sere
due pecore nere più lo scemo di famiglia che son io
la mia famiglia sono i miei adorati figli
la mia famiglia sono le mie adorate mogli
la mia famiglia è larga è stretta
la mia famiglia che non sta mai zitta
la mia famiglia non è chi decidi tu
la mia famiglia si vuole bene
è questo che la tiene insieme
è un fragile accordo che regge
senza bisogno di nessuna legge
che dica qual è
la mia famiglia non è
la mia famiglia è casuale e dipende dalla vita
ti può andare bene ti può andare male
cambia si sveste è fortuna è fatalità
la mia famiglia è una possibilità
è ogni finestra accesa della città
la mia famiglia
la mia famiglia è realtà
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3. |
canzone degli assenti
04:25
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C’era un muro con incisa una foglia di maria
un viale che sembrava sera in galleria
c’era una bambina che andava in piedi sulla bici
un cancello che alla sera stava chiuso
C’eran rovi che d’estate si riempivano di more
una casa chiamata macallè
c’eran temporali e dopo la brughiera tutta in fiore
uno scialle gli stivali nella neve
C’erano fuochi estivi con pannocchie ad arrostire
c’eran gambe e minigonne da tennista
c’erano cani che vivevano all’aperto anche d’inverno
un ponte della guerra in mezzo al bosco
C’era un pullman che portava i ragazzini verso scuola
un barbiere proprietario di una sport
c’erano platani a velare la luce dei lampioni
operai che giocavano a pallone
Quindi niente che ti possa davvero interessare, solo cose che c’erano e non sono più
niente che ti possa davvero raccontare, solo cose che non sono più.
Una seicento ferma ma dimenticata aperta
una guardia in bicicletta con la faccia storta
c’era un adesivo rosso sul cancello della via
c’erano motorini in cui si andava in due
C’erano pipistrelli a intermittenza sotto i fari
una piccola pineta dove andarsi a rifugiare
c’era musica rubata e altra ancora da inventare
c’erano baci e lutti e addii
C’erano porte con i vetri fissati con lo stucco
c’erano cartoline appese con gli auguri di natale
c’erano viaggi disastrosi per chissà quali concerti
poi mattine al bar della stazione
C’erano madri d’altri tempi di troppa ingenuità
un incrocio coi suoi morti e i suoi dolori
c’erano cattiverie e soprusi e fughe
c’erano forti i rumori del silenzio
Quindi niente che ti possa davvero interessare, solo cose che c’erano e non sono più
niente che ti possa davvero raccontare, solo cose che non sono più.
C’era uno strumento ostile per un ostinato
c’erano panchine elette ad aula del senato
c’era grandi solitudini senza motivo
c’erano rami scuri fuori le finestre
C’erano cortecce e legnacci e spine nelle mani
c’erano vespe e lucciole e grilli
c’erano televisori buttati giù per il fossato
c’era polvere di terra e pirite
C’erano tappi di birra messi via come tesori
monete schiacciate sui binari
c’erano parcheggi vuoti immersi nella notte
c’era vino trangugiato controvoglia
C’erano foglie cadute bagnate dalla pioggia
c’era fumo di erba e tabacco
c’eran mani ancora giovani ma sporche di nero
e amori gelati nei boschi
C’erano mucchi di terra ai lati della strada
c’erano sandali e scarpe risuolate
poi maglioni da mercato passati dai fratelli
la testa di drago alla fontana
C’erano pallonate in faccia in mezzo alle risate
c’erano rabbie che spingevano sul muro
c’erano sguardi di ragazze che fermavano il respiro
c’erano visi giovani per sempre
Quindi niente che ti possa davvero interessare, solo cose che c’erano e non sono più
niente che ti possa davvero raccontare, solo cose che non sono più.
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4. |
dopo l'estate
03:35
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Dopo l'estate è sempre così
bisogna ripartire
bisogna pensare al futuro
cominciare da capo
e senza accorgerti
rifai le stesse cose
che sono proprio quelle che
ti hanno portato via
e speri in un fulmine
qualcosa, una bufera
che arrivi e spazzi via i pensieri
non lo so, io non lo so, se fa ridere
ma io voglio prendermi
tutto il meglio che, che sarà
non ne lascerò fuggir neanche un po'
dopo l'estate può anche essere
perché non si sa mai
il lavoro non parliamone
il resto si vedrà
ma come parli, come ti vesti
sempre gli stessi gesti
che sono proprio quelli che
odi di te
e speri in un fulmine
che cada a ciel sereno
che arrivi e spazzi via i pensieri
non lo so, non lo so, se fa ridere
ma io voglio prendermi
tutto il meglio che, che sarà
non ne lascerò fuggir neanche un po'
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5. |
canzone di spessore
02:35
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Questa è una canzone di spessore
di quelle che la mettono giù spessa
una cantilena senza niente da capire
sono anni che la solfa è sempre la stessa
Ma forse tu volevi un pezzo per ballare
mi spiace amica sei caduta male
stasera io invece ho voglia di grattar la superficie
e poi scavare fino al fondo del barile
Che poi che vuoi che venga fuori, solo tristezze
insieme con le birre delle quattro del mattino
digerite male, come le incertezze
che han quel sapore misto d'acqua e di vino
Questa è una canzone di spessore
anche se fino a qui non si è detto niente
ma basta mettere un accordo minore
oppure il bar, per darle il giusto ambiente
Poi quelle storie di amori straziati
storie di api che affogano nel miele
o di suicidi oppure morti ammazzati
è il fascino del vento che spegne le candele
Sono misteri come storia o memoria
come la terra che è rotonda ma sembra un piatto
come la musica per essere ha bisogno d'aria
le parole invece non esistono affatto
Insomma spesso lo spessore poi è sottile
bisogna leggerlo, intuirlo da uno schizzo
anzi, se lo trovi, per favore sii gentile,
manda due righe al solito indirizzo.
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6. |
testamento
04:26
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Io non son di quelli caduti con onore
per un gesto d’eroismo guardando dritto il sole
sono andato come tanti anonimo in un letto
un uomo che malato perse ogni rispetto
Ma poiché non vi fu modo di dire ciò che penso
la morte non aspetta di certo alcun consenso
per quel tempo già passato lascio dunque testamento
affinché sia chiaro a tutti il mio convincimento
Non ho mai capito da dove arrivi la certezza
di certe persone e la loro freddezza
nel giudicare cose di cui tutto si ignora
con chi abbiano parlato di chi riportan la parola
Per questo fui ribelle in vita ai dogmi e ai portatori
di liete novelle e nuovi salvatori
per questo rifiutai qualsiasi identità
che non mettesse in dubbio la propria verità
Nel tempo del mio male imparai ad ascoltare
le inflessioni nel parlare di medici e di suore
eppur che era finita nessuno mai lo ammise
ma capii un giorno che il primario mi sorrise
Da allora tutte le cure per me divennero veleno
così il temporale prese il posto del sereno
la mente non accetta che la macchina sia stanca
ed il corpo si rifiuta di obbedire alla comanda
Che andare fa paura e il distacco fu uno strazio
ma ad ogni insinuazione non voglio dare spazio
avrei vissuto altri cent’anni se avessi potuto
ma il destino era segnato e per questo chiesi aiuto
Pregai la morte divina ma nessuno mi ascoltò
chiesi la morte dalle mani ma nessuno mi ascoltò
fino a una mattina nera in cui avvenne l’inatteso
il male accelerò a sollevarmi dal mio peso
E i giorni della fine non furono i più belli
che crepare di malanni non è cosa da pivelli
per questo io lo affermo oppure lo confesso
io lo chiesi mille volte che morir fosse concesso
E come andò ve lo risparmio anche per cortesia
che i particolari è meglio che rimangano in corsia
di fatto io spirai e vi assicuro con dolore
ma non so se il particolare mi renda migliore
Io non volli viver morto o aspettarla ogni mattina
e alla sofferenza vana ho preferito la morfina
ora che tutto è finito ora che sembra tutto taccia
vorrei dire che eutanasia per me non è una parolaccia
Se fui un peccatore oppure un uomo vile
me lo dirà il signore con il vento d’aprile
ma sin dal primo istante io con chiarezza vidi
che l’unica ricchezza mia era libertà.
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7. |
a vent'anni
03:39
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Ora è il tempo di cambiare
rompere la gabbia e uscire
a le stelle rivedere
e di nuovo respirare, aria
Forse non mi sono perso
forse in tutto l'universo
non c'è niente di diverso
forse il mondo è tutto qua
Se viaggiassi per milioni
di anni le costellazioni
mi parrebbero aquiloni
a cui aggrapparsi e andare via
Ora vedi
io non ho paura
se sorridi
con me
Se parlassimo a milioni
senza fare distinzioni
tra parole ed emozioni
ascolteremmo la verità
Voi volete continuare
spingerci a rinunciare
ma non si può più frenare ormai
questo nuovo big bang
Nel mio tempo brucia l'oro
ogni istante anche il più puro
proiettato nel futuro
diverrà soltanto energia
Ora vedi
io non ho paura
se sorridi
con me
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8. |
canzone rara
03:14
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Vorrei abitare in un posto dove si sente
il cinguettar delle sirene udir tra le piante
che poi magari ve n'è una che s'apparta
a disegnare ghirigori sulla carta
e qualche d'una vi sarà che vuol l'amore
che come è noto è meglio del dottore
- Dottore, pensa che una pillola possa aiutarmi?
- Una no, ma se ne prende diciotto si leva il pensiero.
Per riparare le meningi sai ci vuole niente
basta che spingi un cavatappi dentro la mente
poi tiri fuori i colori che non ti van giù
che so, il marrone, il certosino, forse anche il blu
poi butti dentro roba a caso, scarti e avanzi
che sono il meglio, il più buono anzi
- Mi scusi lei è vegetariano?
- No perché?
- Perché ha uno spinacio tra i denti.
- Ma cosa c'entra. Mah
Se mangi il silenzio dopo sai cosa dire
se invece bevi vino poi ti vien di cantare
dove sto io si sente sempre un violoncello
o forse è solo il cigolio del mio cervello
poi c'è il rumore delle macchine che lavorano per noi
così finisce che non canto mai
- Mi scusi questa canzone è sua?
- Sì, perché le piace?
- No, è proprio perché mi fa cagare che glielo chiedo.
Le mia canzoni sono tutte quante sbagliate
le mie intuizioni in compenso sono scontate
se poi lo sai quello che fai non si capisce
prima non so quello che fo poi mi stupisce
e giro e cerco e rigiro il giusto verso
e a furia di cercar mi sono perso
- Mi scusi la strada per il successo?
- Guardi, va sempre dritto fino a quando trova la coda.
Vorrei indossare un completo di lino bianco
e sprofondare nella vasca quando son stanco
dopo sedermi su una sedia sotto i tigli
ad aspettare che diventan grandi i figli
e dopo che ne avrò fumate almeno due
addormentarmi e russare come un bue.
- Scusi
- E dica.
- Guardi la canzone è quel che è. Cioè non si capisce niente. E infatti io non ho capito la morale.
- Beh, la morale è rara.
- In che senso?
- Nel senso che la morale è proprio: rararara rararara...
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9. |
caramella
02:51
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Ogni spina un rovo
oggi ci provo, ci provo di nuovo
ogni fiore un frutto
non voglio niente, mi basta tutto
allora prendo i colori
ti faccio un ritratto con in braccio dei fiori
ma tu, non ci badi mai
e canti
du du du du
Chi dice donna dice
ma ha visto solo la superficie
poi t'invito a cena
ma tu mi dici che non vale la pena
allora bevo di più
alzo apposta il volume della TV
ma tu, non ci badi mai
e canti
du du du du
Va bene ma dimmi almeno due parole
ti giro intorno come un'ape sul miele
ho scritto anche poesie
ho fatto le mie brave follie
ora non dormo più e non mangio più
Va bene gioco il jolly
quello dell'artista di quelli un po' folli
ti scrivo una canzone
poi vado e la canto in televisione
è un motivetto che fa
fa già ballare tutta la città
e anche tu, tu la canterai
perché fa
du du du du
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10. |
nessuno può
04:35
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Nessuno può, sorprendermi
come fai tu, illudermi
la tua presenza è effimera
prima dell’alba non sarai qui
mai più qui
Nessuno può, comprenderti
sei una luce, ingannevole
legarti a catene è inutile
prima dell’alba non sarai qui
mai più qui
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11. |
ho un sacco di difetti
03:37
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Io, io ci ho un sacco di difetti
fumo troppo, fumo, anche in presenza di minori
parlo troppo, parlo e per giunta a voce alta
in compenso se t'incontro non ti chiedo neanche come va
Poi son pigro pigro pigro, peggio di uno quando è pigro
son scostante e anche permaloso
avrò due o tre, al massimo quattro convinzioni
e sono indotto in tentazione anche il lunedì
Insomma io sto bene solo oppure accompagnato male
se posso dormo se non posso resto sveglio
io sto bene solo oppure accompagnato male
se mi ami beh. sono affari tuoi.
Io, io non faccio mai regali
in compenso ho molti debiti e devo un sacco di favori
se mi chiedi come sto mi lamento per un'ora
e la so sempre lunga sempre più lunga di te
Mi fa schifo tutta la musica
soprattutto se me lo chiedi
sono uno che rancorosica
e mi puzzano i piedi
Di sapere come stai non m'interesso
anche se da mesi non ci sentiamo
pensa pure ciò che vuoi per me è lo stesso
ma se tocchi il mio bicchiere ti spezzo la mano
E non so mai che cosa voglio
e non ho mai niente da fare
se mi stai alla larga è meglio
che ci ho altro da pensare
Insomma io sto bene solo oppure accompagnato male
se posso dormo se non posso resto sveglio
io sto bene solo oppure accompagnato male
se mi ami beh. sono affari tuoi.
Se hai a che fare con me scordati l'amore
i miei affetti li riservo agli oggetti
casomai signorina ti posso accompagnare
te l'ho detto sono pieno di difetti
cosa fai vai via? vedi a essere sincero...
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12. |
reggae
03:36
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Sai a volte quando
saluto gli amici
preferisco non abbracciarli
lo faccio così
come fosse niente
con un breve gesto della mano
perché
Voglio esser sicuro che li rivedrò...
Sai a volte quando
parliamo al telefono
preferisco scappare via
niente sussurri
né carezze
solamente “ci vediamo ciao”
perché
Voglio esser sicuro che ti rivedrò…
Se l’amore può e l’amore può
con l’egoismo confondersi
cinico non mi definirei
quando dico che
spero di non sopravvivervi
Voglio esser sicuro che vi rivedrò…
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Flavio Pirini Milano, Italy
Cantautore, attore. Scrive canzoni serie anche allegre e canzoni comiche anche amare.
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