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CANZONI DI SPESSORE

by Flavio Pirini

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1.
A me non mi interessa poi del testo a me interessa fare bordello Che ci avrei anche delle cose da dire è che non ci stanno in un ritornello Perché a parlare si rischia di sbagliare e allora meglio fare solo, fare solo fare, fare solo fare Aaaaaaaaaaah
2.
La mia famiglia - Flavio Pirini la mia famiglia sono nell'ordine te li scandisco cosi che tu possa ricordare prendere nota visto che oggi pare vada dichiarato se sei parte dello stato ed ecco allora l'inventario del mio bagaglio in ogni dettaglio da passare al vaglio che decida dunque questa santa commissione se siam figli di dio o della perdizione il mio adorato padre la mia adorata madre due veri fratelli e una cerchia di fratelli veri un po’ di zii, e poi cugini due clandestini ed una selva di altri bambini i miei amici tunisini che si venderebbero i calzini per darmi da mangiare se ti pare tanto per incominciare sono la mia famiglia la mia famiglia non è chi decidi tu poi c'è Mario che sembrava il più sfortunato figlio della fretta di uno che se ne era andato la madre lavorava con due amiche che facevano le suore con i figli dei dottori così nacque che ci aveva tre sorelle, ma tre madri così belle da non credere e stavan così bene e gli davan tanto amore che anch'io avrei voluto esser figlio di una suora e di un dottore la mia famiglia ci ha tre nonni e sei cognati gli amanti di Sabina invece non li ho mai contati Arturo col suo cane che esce tutte le sere due pecore nere più lo scemo di famiglia che son io la mia famiglia sono i miei adorati figli la mia famiglia sono le mie adorate mogli la mia famiglia è larga è stretta la mia famiglia che non sta mai zitta la mia famiglia non è chi decidi tu la mia famiglia si vuole bene è questo che la tiene insieme è un fragile accordo che regge senza bisogno di nessuna legge che dica qual è la mia famiglia non è la mia famiglia è casuale e dipende dalla vita ti può andare bene ti può andare male cambia si sveste è fortuna è fatalità la mia famiglia è una possibilità è ogni finestra accesa della città la mia famiglia la mia famiglia è realtà
3.
C’era un muro con incisa una foglia di maria un viale che sembrava sera in galleria c’era una bambina che andava in piedi sulla bici un cancello che alla sera stava chiuso C’eran rovi che d’estate si riempivano di more una casa chiamata macallè c’eran temporali e dopo la brughiera tutta in fiore uno scialle gli stivali nella neve C’erano fuochi estivi con pannocchie ad arrostire c’eran gambe e minigonne da tennista c’erano cani che vivevano all’aperto anche d’inverno un ponte della guerra in mezzo al bosco C’era un pullman che portava i ragazzini verso scuola un barbiere proprietario di una sport c’erano platani a velare la luce dei lampioni operai che giocavano a pallone Quindi niente che ti possa davvero interessare, solo cose che c’erano e non sono più niente che ti possa davvero raccontare, solo cose che non sono più. Una seicento ferma ma dimenticata aperta una guardia in bicicletta con la faccia storta c’era un adesivo rosso sul cancello della via c’erano motorini in cui si andava in due C’erano pipistrelli a intermittenza sotto i fari una piccola pineta dove andarsi a rifugiare c’era musica rubata e altra ancora da inventare c’erano baci e lutti e addii C’erano porte con i vetri fissati con lo stucco c’erano cartoline appese con gli auguri di natale c’erano viaggi disastrosi per chissà quali concerti poi mattine al bar della stazione C’erano madri d’altri tempi di troppa ingenuità un incrocio coi suoi morti e i suoi dolori c’erano cattiverie e soprusi e fughe c’erano forti i rumori del silenzio Quindi niente che ti possa davvero interessare, solo cose che c’erano e non sono più niente che ti possa davvero raccontare, solo cose che non sono più. C’era uno strumento ostile per un ostinato c’erano panchine elette ad aula del senato c’era grandi solitudini senza motivo c’erano rami scuri fuori le finestre C’erano cortecce e legnacci e spine nelle mani c’erano vespe e lucciole e grilli c’erano televisori buttati giù per il fossato c’era polvere di terra e pirite C’erano tappi di birra messi via come tesori monete schiacciate sui binari c’erano parcheggi vuoti immersi nella notte c’era vino trangugiato controvoglia C’erano foglie cadute bagnate dalla pioggia c’era fumo di erba e tabacco c’eran mani ancora giovani ma sporche di nero e amori gelati nei boschi C’erano mucchi di terra ai lati della strada c’erano sandali e scarpe risuolate poi maglioni da mercato passati dai fratelli la testa di drago alla fontana C’erano pallonate in faccia in mezzo alle risate c’erano rabbie che spingevano sul muro c’erano sguardi di ragazze che fermavano il respiro c’erano visi giovani per sempre Quindi niente che ti possa davvero interessare, solo cose che c’erano e non sono più niente che ti possa davvero raccontare, solo cose che non sono più.
4.
Dopo l'estate è sempre così bisogna ripartire bisogna pensare al futuro cominciare da capo e senza accorgerti rifai le stesse cose che sono proprio quelle che ti hanno portato via e speri in un fulmine qualcosa, una bufera che arrivi e spazzi via i pensieri non lo so, io non lo so, se fa ridere ma io voglio prendermi tutto il meglio che, che sarà non ne lascerò fuggir neanche un po' dopo l'estate può anche essere perché non si sa mai il lavoro non parliamone il resto si vedrà ma come parli, come ti vesti sempre gli stessi gesti che sono proprio quelli che odi di te e speri in un fulmine che cada a ciel sereno che arrivi e spazzi via i pensieri non lo so, non lo so, se fa ridere ma io voglio prendermi tutto il meglio che, che sarà non ne lascerò fuggir neanche un po'
5.
Questa è una canzone di spessore di quelle che la mettono giù spessa una cantilena senza niente da capire sono anni che la solfa è sempre la stessa Ma forse tu volevi un pezzo per ballare mi spiace amica sei caduta male stasera io invece ho voglia di grattar la superficie e poi scavare fino al fondo del barile Che poi che vuoi che venga fuori, solo tristezze insieme con le birre delle quattro del mattino digerite male, come le incertezze che han quel sapore misto d'acqua e di vino Questa è una canzone di spessore anche se fino a qui non si è detto niente ma basta mettere un accordo minore oppure il bar, per darle il giusto ambiente Poi quelle storie di amori straziati storie di api che affogano nel miele o di suicidi oppure morti ammazzati è il fascino del vento che spegne le candele Sono misteri come storia o memoria come la terra che è rotonda ma sembra un piatto come la musica per essere ha bisogno d'aria le parole invece non esistono affatto Insomma spesso lo spessore poi è sottile bisogna leggerlo, intuirlo da uno schizzo anzi, se lo trovi, per favore sii gentile, manda due righe al solito indirizzo.
6.
testamento 04:26
Io non son di quelli caduti con onore per un gesto d’eroismo guardando dritto il sole sono andato come tanti anonimo in un letto un uomo che malato perse ogni rispetto Ma poiché non vi fu modo di dire ciò che penso la morte non aspetta di certo alcun consenso per quel tempo già passato lascio dunque testamento affinché sia chiaro a tutti il mio convincimento Non ho mai capito da dove arrivi la certezza di certe persone e la loro freddezza nel giudicare cose di cui tutto si ignora con chi abbiano parlato di chi riportan la parola Per questo fui ribelle in vita ai dogmi e ai portatori di liete novelle e nuovi salvatori per questo rifiutai qualsiasi identità che non mettesse in dubbio la propria verità Nel tempo del mio male imparai ad ascoltare le inflessioni nel parlare di medici e di suore eppur che era finita nessuno mai lo ammise ma capii un giorno che il primario mi sorrise Da allora tutte le cure per me divennero veleno così il temporale prese il posto del sereno la mente non accetta che la macchina sia stanca ed il corpo si rifiuta di obbedire alla comanda Che andare fa paura e il distacco fu uno strazio ma ad ogni insinuazione non voglio dare spazio avrei vissuto altri cent’anni se avessi potuto ma il destino era segnato e per questo chiesi aiuto Pregai la morte divina ma nessuno mi ascoltò chiesi la morte dalle mani ma nessuno mi ascoltò fino a una mattina nera in cui avvenne l’inatteso il male accelerò a sollevarmi dal mio peso E i giorni della fine non furono i più belli che crepare di malanni non è cosa da pivelli per questo io lo affermo oppure lo confesso io lo chiesi mille volte che morir fosse concesso E come andò ve lo risparmio anche per cortesia che i particolari è meglio che rimangano in corsia di fatto io spirai e vi assicuro con dolore ma non so se il particolare mi renda migliore Io non volli viver morto o aspettarla ogni mattina e alla sofferenza vana ho preferito la morfina ora che tutto è finito ora che sembra tutto taccia vorrei dire che eutanasia per me non è una parolaccia Se fui un peccatore oppure un uomo vile me lo dirà il signore con il vento d’aprile ma sin dal primo istante io con chiarezza vidi che l’unica ricchezza mia era libertà.
7.
a vent'anni 03:39
Ora è il tempo di cambiare rompere la gabbia e uscire a le stelle rivedere e di nuovo respirare, aria Forse non mi sono perso forse in tutto l'universo non c'è niente di diverso forse il mondo è tutto qua Se viaggiassi per milioni di anni le costellazioni mi parrebbero aquiloni a cui aggrapparsi e andare via Ora vedi io non ho paura se sorridi con me Se parlassimo a milioni senza fare distinzioni tra parole ed emozioni ascolteremmo la verità Voi volete continuare spingerci a rinunciare ma non si può più frenare ormai questo nuovo big bang Nel mio tempo brucia l'oro ogni istante anche il più puro proiettato nel futuro diverrà soltanto energia Ora vedi io non ho paura se sorridi con me
8.
canzone rara 03:14
Vorrei abitare in un posto dove si sente il cinguettar delle sirene udir tra le piante che poi magari ve n'è una che s'apparta a disegnare ghirigori sulla carta e qualche d'una vi sarà che vuol l'amore che come è noto è meglio del dottore - Dottore, pensa che una pillola possa aiutarmi? - Una no, ma se ne prende diciotto si leva il pensiero. Per riparare le meningi sai ci vuole niente basta che spingi un cavatappi dentro la mente poi tiri fuori i colori che non ti van giù che so, il marrone, il certosino, forse anche il blu poi butti dentro roba a caso, scarti e avanzi che sono il meglio, il più buono anzi - Mi scusi lei è vegetariano? - No perché? - Perché ha uno spinacio tra i denti. - Ma cosa c'entra. Mah Se mangi il silenzio dopo sai cosa dire se invece bevi vino poi ti vien di cantare dove sto io si sente sempre un violoncello o forse è solo il cigolio del mio cervello poi c'è il rumore delle macchine che lavorano per noi così finisce che non canto mai - Mi scusi questa canzone è sua? - Sì, perché le piace? - No, è proprio perché mi fa cagare che glielo chiedo. Le mia canzoni sono tutte quante sbagliate le mie intuizioni in compenso sono scontate se poi lo sai quello che fai non si capisce prima non so quello che fo poi mi stupisce e giro e cerco e rigiro il giusto verso e a furia di cercar mi sono perso - Mi scusi la strada per il successo? - Guardi, va sempre dritto fino a quando trova la coda. Vorrei indossare un completo di lino bianco e sprofondare nella vasca quando son stanco dopo sedermi su una sedia sotto i tigli ad aspettare che diventan grandi i figli e dopo che ne avrò fumate almeno due addormentarmi e russare come un bue. - Scusi - E dica. - Guardi la canzone è quel che è. Cioè non si capisce niente. E infatti io non ho capito la morale. - Beh, la morale è rara. - In che senso? - Nel senso che la morale è proprio: rararara rararara...
9.
caramella 02:51
Ogni spina un rovo oggi ci provo, ci provo di nuovo ogni fiore un frutto non voglio niente, mi basta tutto allora prendo i colori ti faccio un ritratto con in braccio dei fiori ma tu, non ci badi mai e canti du du du du Chi dice donna dice ma ha visto solo la superficie poi t'invito a cena ma tu mi dici che non vale la pena allora bevo di più alzo apposta il volume della TV ma tu, non ci badi mai e canti du du du du Va bene ma dimmi almeno due parole ti giro intorno come un'ape sul miele ho scritto anche poesie ho fatto le mie brave follie ora non dormo più e non mangio più Va bene gioco il jolly quello dell'artista di quelli un po' folli ti scrivo una canzone poi vado e la canto in televisione è un motivetto che fa fa già ballare tutta la città e anche tu, tu la canterai perché fa du du du du
10.
nessuno può 04:35
Nessuno può, sorprendermi come fai tu, illudermi la tua presenza è effimera prima dell’alba non sarai qui mai più qui Nessuno può, comprenderti sei una luce, ingannevole legarti a catene è inutile prima dell’alba non sarai qui mai più qui
11.
Io, io ci ho un sacco di difetti fumo troppo, fumo, anche in presenza di minori parlo troppo, parlo e per giunta a voce alta in compenso se t'incontro non ti chiedo neanche come va Poi son pigro pigro pigro, peggio di uno quando è pigro son scostante e anche permaloso avrò due o tre, al massimo quattro convinzioni e sono indotto in tentazione anche il lunedì Insomma io sto bene solo oppure accompagnato male se posso dormo se non posso resto sveglio io sto bene solo oppure accompagnato male se mi ami beh. sono affari tuoi. Io, io non faccio mai regali in compenso ho molti debiti e devo un sacco di favori se mi chiedi come sto mi lamento per un'ora e la so sempre lunga sempre più lunga di te Mi fa schifo tutta la musica soprattutto se me lo chiedi sono uno che rancorosica e mi puzzano i piedi Di sapere come stai non m'interesso anche se da mesi non ci sentiamo pensa pure ciò che vuoi per me è lo stesso ma se tocchi il mio bicchiere ti spezzo la mano E non so mai che cosa voglio e non ho mai niente da fare se mi stai alla larga è meglio che ci ho altro da pensare Insomma io sto bene solo oppure accompagnato male se posso dormo se non posso resto sveglio io sto bene solo oppure accompagnato male se mi ami beh. sono affari tuoi. Se hai a che fare con me scordati l'amore i miei affetti li riservo agli oggetti casomai signorina ti posso accompagnare te l'ho detto sono pieno di difetti cosa fai vai via? vedi a essere sincero...
12.
reggae 03:36
Sai a volte quando saluto gli amici preferisco non abbracciarli lo faccio così come fosse niente con un breve gesto della mano perché Voglio esser sicuro che li rivedrò... Sai a volte quando parliamo al telefono preferisco scappare via niente sussurri né carezze solamente “ci vediamo ciao” perché Voglio esser sicuro che ti rivedrò… Se l’amore può e l’amore può con l’egoismo confondersi cinico non mi definirei quando dico che spero di non sopravvivervi Voglio esser sicuro che vi rivedrò…

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SiPuòFare productions e First Floor
CANZONI DI SPESSORE
FLAVIO PIRINI

Dodici canzoni che raccolgono le diverse anime di questo cantautore “anomalo” che ama alternare atmosfere e testi intimi e introspettivi a brani più leggeri e ironici. Il racconto di sentimenti e turbamenti profondi si affianca a composizioni dove prevale il gusto per l’ironia e il non senso.
Pirini si muove su quel filo sottile che separa la risata dall’amaro, utilizzando un linguaggio diretto ed efficacie che esplora sia la vena comica che quella tragica con l’intenzione di sovrapporle, secondo i dettami non scritti dei maestri milanesi.
Una caratteristica che si manifesta anche nelle sonorità delle canzoni, basate su un impianto fatto da chitarra (Ermanno Fabbri), basso (Fabrizio Catinella) e batteria (Alessio Pacifico), ma che introduce, anche grazie alla partecipazione di musicisti ospiti (Nicoletta Bernardi, Martino Pellegrini, Remo Bianchi, Andrea Giussani, Mell Morcone), ascolti differenti, dalle ruvidità del blues alle raffinatezze della canzone d’autore, da momenti acustici o leggermente jazzati ad altri elettrici, sottolineati da tempi veloci o chitarre sature.
Libertà espressiva quindi da parte dell’autore, di ammiccare a generi differenti caratterizzando i singoli brani, pur in una sostanziale omogeneità sonora.
Ne risulta una somma di linguaggi diversi, insieme di influenze provenienti dal teatro canzone e dalla “poesia” della canzone d’autore.

Canzoni di spessore
1. a me non interessa il testo
2. la mia famiglia
3. canzone degli assenti
4. dopo l’estate
5. canzone di spessore
6. testamento
7. a vent’anni
8. canzone rara
9. caramella
10.nessuno può
11.ho un sacco di difetti
12.reggae

testi e musiche Flavio Pirini

voce e chitarra Flavio Pirini
chitarre Ermanno Fabbri
basso Fabrizio Catinella
batteria Alessio Pacifico

ospiti:
voce (4,7,10,12) Nicoletta Bernardi
violino (3) Martino Pellegrini
chitarra (9) Remo Bianchi
tastiera (5,9,11,12) Andrea Giussani
piano (3,4,10,12) Mell Morcone

illustrazioni Francesco Pirini
foto Marco D’Elia
sculture Simone Bellotti
grafica Lorenzo Pirini

registrazione e mixaggio Fabrizio Catinella, Lorenzo Catinella
@ Ass.Cult. First Floor
Rozzano – Milano – Italy – gen, set 2013

produzione artistica Flavio Pirini, Fabrizio Catinella
produzione esecutiva SiPuòFare productions, Fabrizio Catinella, Lorenzo Catinella

ufficio stampa Silvia Gandolfi – slv.gandolfi@gmail.com

ringraziamenti
Debora Villa, Mauro Arrigoni, Lorenzo Catinella,
Francesco Pirini, Simone Bellotti, Marco D’Elia,
Lorenzo Pirini, Franco Fiume, Silvia Gandolfi,
Fabrizio Catinella, Ermanno Fabbri, Alessio Pacifico,
Nicoletta Bernardi, Martino Pellegrini, Andrea Giussani,
Remo Bianchi, Mell Morcone.

credits

released January 21, 2014

grazie a Debora Villa, Mauro Arrigoni, Lorenzo Catinella,
Francesco Pirini, Simone Bellotti, Marco D'Elia,
Lorenzo Pirini, Franco Fiume, Silvia Gandolfi,
Fabrizio Catinella, Ermanno Fabbri, Alessio Pacifico,
Nicoletta Bernardi, Martino Pellegrini, Andrea Giussani,
Remo Bianchi, Mell Morcone.

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Flavio Pirini Milano, Italy

Cantautore, attore. Scrive canzoni serie anche allegre e canzoni comiche anche amare.

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